Polizia frontiera intervista
I servizi della Polizia di Frontiera marittima
Mi chiamo Cosima Bernardi, sono un vicequestore della Polizia di Stato, dirigo l’ufficio Polizia di Frontiera presso lo scalo marittimo di Taranto dal 3 gennaio ’97, quindi svolgo le attività di frontiera quasi in concomitanza con l’ingresso dell’Italia in Schengen.
La Polizia di Frontiera vigila sulle frontiere dello stato, però dal 26 ottobre del 1997 accade qualcosa: noi entriamo a far parte degli stati Schengen.
Ad oggi sono 26 e non coincidono perfettamente con gli stati dell’Unione Europea.
L’Unione Europea che quando nasce si propone, tra gli obiettivi, libertà di circolazione delle persone.
Ma siccome non si riusciva a raggiungere in seno all’Unione Europea viene raggiunto un altro accordo, l’accordo di Schengen.
L’accordo di Schengen non fa altro che facilitare la libertà di circolazione delle persone, sia i cittadini sia gli stranieri regolarmente soggiornanti negli stati Schengen e quindi fa sì che vengano abbattute le frontiere all’interno di questi stati, cioè le frontiere interne ai 26, al momento, stati Schengen.
Taranto è una frontiera esterna, quindi tutti gli stranieri che si presentano al valico di frontiera di Taranto devono essere controllati, quindi noi qui controlliamo gli sbarchi e gli imbarchi, cioè gli ingressi e le uscite degli stranieri dal territorio nazionale, che poi è territorio Schengen, cioè territorio di 26 stati in parte coincidenti – in parte coincidenti perché per esempio la Svizzera fa parte degli stati Schengen ma non fa parte dell’Unione Europea, se noi pensiamo che invece la Croazia fa parte dell’Unione Europea ma non fa parte degli stati Schengen.
I vari tipi di controlli
Per quanto riguarda le navi da crociera, se le navi vengono da un porto Schengen è come se fosse una frontiera interna quindi esulano dai controlli di frontiera, però questo non significa che non ci sono altri tipi di controlli.
A parte i controlli di sicurezza che vede in primo luogo le guardie giurate, gli istituti di vigilanza che sono preposti a delle attrezzature radioscopiche con la Polizia che fa da supervisore e che quindi interviene laddove si fermano i compiti delle guardie giurate.
Quindi vengono analizzati alle macchine radioscopiche i bagagli, i bagagli a mano, all’archetto chi sale sulle navi.
Vengono effettuati su tutti i passeggeri dei controlli approfonditi di sicurezza.
E poi in questo momento ci sono i controlli covid, quindi c’è un controllo di carattere sanitario.
In primo luogo c’è la sanità marittima però noi procediamo con i controlli delle autocertificazioni.
Il porto una piccola realtà dove si lavora in sinergia
Il porto è una realtà più piccola rispetto a quella cittadina e quindi il confronto con le altre istituzioni è più ravvicinato e ti permette anche di conoscere le persone e di non conoscere un nome sulla carta o una voce per telefono, di conoscere anche le persone che anche è importante, ti dà la possibilità di capire e di confrontarti.
Sono 25 anni e mi sono trovata bene, quindi io mi sono sentita suffragata da tutto ciò.
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