Forme Generose
Siamo al centro del Mediterraneo lungo le rotte dal canale di Suez a Gibilterra, in posizione strategica per i traffici fra oriente e occidente. Tra i più importati in Italia per movimentazione merci, il porto si trova nel Golfo di Taranto, nel Mar Grande e immediatamente fuori di esso.
NEL MEDITERRANEO
Un porto diviso in diversi settori: il porto commerciale, quello industriale e quello turistico. Se la città nuova è posta sulla terraferma quella vecchia è sulla piccola isola con tutt’intono i due mari: a sud ovest il Mar Grande delimitato dalle isole Chéradi e a nord est il Mar Piccolo.
Quest’ultimo, con una superficie di 20 Kmq e una profondità di circa 14 metri accoglie sorgenti sottomarine di acqua dolce e tre corsi d’acqua: il Galeso, il Cervaro e il Rasca.
Taranto e la sua geografia
L’area di Taranto si dispone sul Mar Ionio, su quella linea costiera che i geomorfologi chiamano Arco Ionico Tarantino. È il Golfo più grande d’Italia che si allarga in un paesaggio pianeggiante.
Sul litorale troviamo ad ovest una zona estesa con secche e scogli affioranti mentre ad est c’è l’ampio specchio del “Mar Grande” che abbraccia tutto il tratto da Punta Rondinella fino a Capo S. Vito. Il lato sud del golfo di Taranto è formato dalle coste ioniche della Calabria, sulla parte a nordovest si affaccia la Basilicata mentre ad est si estende il territorio pugliese con la penisola salentina
VENTI, MAREE E CORRENTI
I venti, le maree ma anche le sorgenti sottomarine (di acqua dolce) influenzano le correnti in superficie e in profondità nei due mari di Taranto ed hanno avuto un ruolo importante per chi ha navigato in queste acque.
I venti più forti e più frequenti sono la Tramontana (da nord) e il Maestrale (da nordovest) ma a Taranto arrivano anche il Libeccio (da sudovest) e quelli dai settori di levante (est e sudest) e mezzogiorno.
Le maree (sia quella astronomica e sia quella dovuta al vento e alla pressione atmosferica) e le correnti di marea sono modeste: il livello del mare varia di 10 – 20 cm circa. Le correnti nel golfo, causate da differenze di densità nell’acqua, non superano di solito 1 nodo di velocità e sono parallele alla costa.
È fatto così
La Puglia è la regione italiana in cui più spesso appaiono rocce solubili, cioè calcari che si possono disciogliere in acque debolmente acide. Ma è anche la “meno italiana” delle regioni per la semplicità della sua storia geologica
EVOLUZIONE GEOLOGICA
La storia geologica della Puglia e della zona di Taranto è collegata alla evoluzione dell’Appennino meridionale, che dipende a sua volta dalla nascita ed espansione del mare Mediterraneo.
Nell’entroterra tarantino e del Mar Piccolo incontriamo una serie di terrazzi marini che ci mostrano quanto si sia innalzata nel tempo la superficie topografica e lasciano vedere in sequenza le rocce che si sono stratificate nel corso degli ultimi 2,5 milioni di anni (Quaternario).
Carta geologica di Taranto tratta dal sito www.isprambiente.gov.it
Sezione geologica tratta dal sito www.isprambiente.gov.it
ANELLI DI SAN CATALDO
Le rocce calcaree, formatesi nel Mesozoico (da 250 a 65 milioni di anni fa), affiorano in più della metà del territorio mentre, nella parte rimanente, sono sepolte sotto strati più recenti. Taranto si trova in questo scenario in cui sono diffusi i fenomeni carsici, con grotte, cavità e scarse acque di superficie, mentre sono frequenti le sorgenti di acqua dolce lungo la costa o direttamente in mare, conosciute come citri o anelli di San Cataldo.
ACQUE DOLCI ACQUE SALATE
Spesso a Taranto le falde di acqua dolce finiscono in mare (i citri) mentre acque marine salate risalgono verso l’entroterra provocando la salinizzazione delle falde.
È conosciuta una falda profonda, che circola fra le rocce calcaree più antiche (e ha come base il livello marino) e una superficiale, ospitata dai sedimenti recenti, organizzati in terrazzi al di sopra delle argille: queste sono impermeabili e ricoprono il fondo della Fossa Bradanica, il lungo avvallamento che dal confine col Molise arriva fino a Taranto
BACINO PROFONDO E SUPERFICIALE
La falda profonda è abbondante perché alimentata da un bacino molto esteso (raggiunge la Murgia e i monti calcarei della Basilicata), quella superficiale è più limitata perché si alimenta da un bacino più piccolo che risente della stagionalità delle piogge.
Dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia si intuisce pure il processo di salinizzazione delle acque sotterranee tarantine: già ad una profondità di 50 m sotto il livello mare si arriva a salinità superiore a 3 g/l.
I Citri